Come abbiamo ripetuto più volte la respirazione orale non è una malattia in sé, ma il segnale che l’organismo del bambino ha assunto a tempo indeterminato una procedura d’emergenza per poter respirare, nel tentativo di adattarsi ad un ambiente sfavorevole alla sua crescita in senso fisiologico.
Quindi aiutare un bambino a riacquisire un normale modo di respirare significa farlo uscire dallo stato di disadattamento psico-neuro-endocrino-immunitario.
C’è un altro caso, peraltro molto frequente. È il caso del bambino/ adolescente/ adulto in cui l’emergenza respirazione è terminata, le tonsille/adenoidi ormai si sono anche sgonfiate da sole proprio come detto dall’otorino, ma si è ormai assunta l’abitudine inconscia a respirare prevalentemente o esclusivamente con la bocca.
In questo caso, e nonostante tutto, l’efficacia del sistema immunitario dell’individuo in questione risulta sempre al di sotto delle sue reali possibilità, e comunque al di sotto della media; per cui questi individui facilmente si ammalano e più degli altri.
Nella tradizione culturale e medica indiana le narici ( e quello che c’è dentro ) sono i principali organi deputati all’assorbimento del prana, dove per prana possiamo intendere l’energia di natura eterica ( in senso sia fisico che esoterico ) presente in qualsiasi cosa, e in una certa maggiore abbondanza nell’aria. Per questo è importante la qualità dell’aria, ma anche la qualità della nostra respirazione nasale, a causa del fatto che la nostra alimentazione si basa più sull’assorbimento del prana presente nell’aria e solo secondariamente sull’assorbimento del prana presente negli alimenti.
Da tutto ciò è deducibile perché i respiratori orali siano sempre i più malaticci o comunque al di sotto delle loro reali potenzialità fisiche.
CONSEGUENZE DERMATOLOGICHE ED ALLERGICHE: acne, pelle secca, dermatiti allergiche, eczemi, rinosinusiti allergiche.
Ricordiamo che in Medicina Tradizionale Cinese il circuito energetico Intestino Crasso – Polmoni comprende anche la pelle ( in quanto polmone superficiale ), pertanto chi cresce con un deficit in questo circuito tenderà per tutta la vita ad avere manifestazioni patologiche sulla pelle.
CONSEGUENZE MAXILLOFACCIALI E ODONTOIATRICHE: deformazione permanente delle ossa facciali, con conseguenze estetiche visibili e riconoscibili; i casi gravi tendono ad essere trattati chirurgicamente; gengiviti croniche; evoluzione parodontale sfavorevole (piorrea); alitosi; facilità a malattie mucose intraorali ( afte, stomatiti ecc. ).
Negli approfondimenti sarà reso più chiaro il collegamento tra la respirazione, la deglutizione e la forma del viso, comprese le arcate dentali.
Per il momento è sufficiente far notare che esiste un collegamento indissolubile tra la muscolatura facciale, quella masticatoria, quella cervicale e quella respiratoria propriamente detta. Più in particolare, la muscolatura respiratoria e quella masticatoria ( che più di altre è responsabile della forma del viso ) sono più visibilmente collegate: nei respiratori orali, tipicamente, i muscoli che chiudono la bocca sono sotto tono; allo stesso modo, bambini che posturalmente hanno un tono eccessivo dei muscoli che chiudono la bocca non sono quasi mai respiratori orali, mentre possono avere disordini funzionali della muscolatura linguale e/o della deglutizione.
CONSEGUENZE CARDIOCIRCOLATORIE: morte improvvisa, alterazioni del ritmo cardiaco, sonnolenza durante il giorno, angina pectoris, infarto cardiaco, emorragia ed infarto cerebrale, pressione alta, diabete.
È importante sottolineare che le gravi patologie sopra ricordate non sono la diretta conseguenza della respirazione orale o della roncopatia. Ciò significa che non tutti i respiratori orali verranno colpiti, ad esempio, da alterazioni del ritmo cardiaco; ma è vero che più facilmente di altri possono esservi predisposti.
Ricordiamo che la respirazione orale è uno stratagemma per incamerare più aria, perchè la quantità di ossigeno che passa attraverso il solo naso per qualche motivo non è sufficiente. È chiaro che questa condizione porterà, da una parte, ad un superlavoro del sistema cardiocircolatorio _ e quindi ad un suo affaticamento e invecchiamento precoce _ , dall’altra ad un accumulo più rapido di tossine acide che difficilmente verranno smaltite con rapidità, ma che tenderanno ad accumularsi in alcune parti del corpo, intasandole.
Tutte le patologie sopra indicate sono legate all’accumulo di tossine acide in eccesso e ad un abbassamento medio del pH generale dell’organismo.
Perchè le tossine, essendo rifiuti, non vengono concentrate anzitutto in aree importanti ( come il sistema nervoso ) o ben funzionanti, ma in aree secondarie che peraltro funzionano male. Ciò significa che, ad esempio, se io mangio cibi molli non avrò necessariamente bisogno dei denti per masticarli; per cui il corpo tenderà naturalmente ad accumulare le tossine acide a livello delle gengive, che in questo caso sono l’area del corpo secondaria ( perchè se mangio cibi molli non è essenziale all’economia del corpo ) che funziona male ( perchè il masticare cibi molli non stimola l’organo e quindi ne indebolisce il sistema immunitario locale ); la conseguenza ultima sarà la perdita dei denti in quanto organi inutili ai fini dell’economia di un corpo che si adatta a stimoli ambientali patologici ( ossia la masticazione di cibi molli ).
INVECCHIAMENTO PRECOCE ED ESTETICA: tendenza al doppio mento, comparsa precoce di rughe di espressione caratteristiche, pelle del viso cadente intorno alle labbra e agli angoli degli occhi.
Le rughe dipendono dal cedimento della pelle in alcune zone del corpo sottoposte ad un’attività muscolare e fasciale sottostante non proporzionata. Poiché tale attività risulta sproporzionata dall’infanzia nel soggetto respiratore orale, le rughe soprattutto a livello delle labbra e degli occhi tenderanno a comparire precocemente, anche in virtù di quanto detto sopra a proposito delle conseguenze cardiocircolatorie: un organo che funziona in maniera abnorme subisce una disfunzione vascolare che impedisce il drenaggio delle scorie metaboliche acide, la cui presenza è causa di invecchiamento precoce, oltre che di patologie degenerative ( che poi è la stessa cosa… ).
CONSEGUENZE NEUROLOGICHE: riduzione dell’espressività e della mimica facciale, perdita di saliva dagli angoli della bocca, difficoltà fonatorie e di pronuncia, difficoltà di concentrazione, di memorizzazione, difficoltà scolastiche, ritardo mentale, mal di testa la mattina al risveglio, enuresi notturna, demenza senile, demenza cerebrovascolare.
Così come per le funzioni vascolari, anche i collegamenti nervosi hanno bisogno di essere utilizzati anzitutto per esistere e persistere nel tempo.
Una funzione neurologica non utilizzata dall’organismo col tempo viene soppressa; diversamente, in caso di utilizzo di una nuova funzione, è possibile creare nuove “strade” neurologiche, ossia nuovi percorsi all’interno del Sistema Nervoso Centrale e Periferico, a condizione che la nuova funzione viene impiegata per un numero sufficiente di volte.
Per semplificare ricordiamo il famoso esperimento dei cani di Pavlov i quali, sottoposti al suono di un campanello prima della “pappa” per un numero sufficiente di volte, alla fine producevano saliva al solo rumore del campanello, anche quando la pappa non veniva più portata loro.
I respiratori orali tendono ad avere una limitazione delle capacità motorie del viso e una riduzione delle capacità mimiche della faccia, perché usano meno degli altri i muscoli della faccia; per questo possono anche presentare difficoltà di pronuncia, oltre che un’espressione del volto piuttosto stereotipata.
Ricordiamo quanto è importante per gli attori la capacità espressiva del viso: anche per questo, soprattutto quelli di teatro, curano molto la respirazione.
Le difficoltà di concentrazione e di memorizzazione _ che spesso si manifestano sin dai tempi della scuola con conseguenti difficoltà di apprendimento _ sono legate al fatto che, respirando con la bocca piuttosto che col naso, il Sistema Nervoso Centrale e quindi il cervello subiscono una riduzione della quantità di ossigenazione.
Gli Indiani direbbero che viene a mancare il rifornimento diretto di “prana” attraverso i nervi olfattivi _ configurati principalmente come recettori di questo “prana” stesso _ che raggiungono il cervello direttamente, e vengono considerati addirittura come delle estroflessioni del cervello.
Sempre in riferimento alle difficoltà di concentrazione e memorizzazione va ricordato che molti respiratori orali tendono anche ad essere classificati psichiatricamente come iperattivi; questi per definizione hanno difficoltà di apprendimento, e spesso sono soggetti allergici.
Se il cervello viene mediamente ossigenato di meno, è chiaro che il quoziente di intelligenza del soggetto può risentirne anche se, fortunatamente, questo non succede di norma.
Se la ridotta ossigenazione del Sistema Nervoso Centrale dura diversi decenni e l’accumulo delle sostanze tossiche ( oggi sempre più spesso di origine ambientale ) non viene drenato, si possono gettare le basi per l’insorgere di malattie croniche degenerative del Sistema Nervoso, come la demenza senile.
Ci teniamo a sottolineare che qui non si vuole intendere che chi respira con la bocca sicuramente finirà per avere questi problemi, ma solo che, se costituzionalmente predisposto, può esserne interessato molto più facilmente che non un individuo che respira col naso.
E questo per una legge fisiologica tanto ovvia quanto ineludibile: la funzione equilibrata secondo modi e tempi stimola l’organo in maniera proporzionata, mantenendolo in salute per tutto il tempo previsto ( per gli esseri umani, si dice, circa 120 anni ); la funzione non equilibrata sottrae energia all’organo ( e quindi anche al corpo ), facendolo invecchiare e terminare precocemente.